Chi siamo

Fratelli Mari

Una storia iniziata nel 1800, una tradizione artistica custodita nelle mani della famiglia Mari, un sapere antico conservato con cura di generazione in generazione.  Secondo testimonianze tramandate nelle botteghe di Deruta e documenti rinvenuti, le prime tracce della famiglia Mari risalgono al sedicesimo secolo. Documenti storici narrano che nel diciottesimo secolo “un tal Giuseppe Mari da Diruta” aveva una piccola fornace, proprio vicino alla parte alta della città, in un borgo chiamato "Il cerro".
Negli anni trenta l’attività si intensifica, la bottega cresce tanto che diversi componenti della famiglia decidono di unire le forze, così nel 1932 tre fratelli insieme ad un cognato fondano la Ditta Fratelli Mari & C.
Nel corso degli anni, le creazioni realizzate con passione grazie al contributo di tutta la famiglia e di importanti artisti di fama internazionale, permettono all'Azienda di posizionare il proprio brand nel mondo della ceramica di alta qualità. Arrivano molti clienti anche da oltre oceano ed organizzazioni di rilievo assegnano riconoscimenti e premi per la qualità e la realizzazione artistica.

Una storia che racconta un’Arte unica e ricercata.

Nel tempo l’attività è cresciuta, attraversando diverse fasi di sviluppo e trasformazioni societarie, ma sempre tutta la gestione è rimasta in sede alla famiglia che continua ancora oggi a tramandare segreti e tecniche antiche. La tradizione artistica derutese ha cambiato nel tempo il numero di botteghe e di artigiani presenti sul territorio, oggi le ditte rimaste sono poche e faticano nella gestione quotidiana, dovendo lottare con contraffazioni e finte lavorazione artigianali. Ancora oggi il lavoro della ditta F.lli Mari continua con soddisfazione e passione, tanto che risulta essere una delle più antiche e prestigiose di Deruta.

Mario Schifano

Nel corso degli anni, le creazioni realizzate con passione grazie al contributo di tutta la famiglia e di importanti artisti di fama internazionale, permettono all'Azienda di posizionare il proprio brand nel mondo della ceramica di alta qualità.

Mario Schifano

Le collezioni realizzate in azienda comprendono una vasta gamma di ceramiche: articoli da regalo, articoli per la tavola, complementi d'arredo da esterno e da giardino.


La ricerca di forme tradizionali, con la loro bellezza senza tempo, costituisce una parte molto importante del lavoro e fa di F.lli Mari uno dei migliori esempi della tradizione maiolica.

MioCocorico - Forma esclusiva Mari - Deruta

l'Arte di Deruta

I primi documenti scritti collocano la ceramica di Deruta nel 1282. In questo periodo la produzione derutese è costituita da oggetti di uso comune, utilizzati nelle case, quali scodelle, tazze, catini, brocche e boccali. Le tipologie stilistiche sono decorazioni a motivi geometrici, zoomorfe, floreali e simbologie sacre, tracciate in due soli colori, verde ramina e bruno di manganese.

Nella seconda metà del XV secolo e nei primi anni del XVI l’Umbria era il centro di una importante scuola di pittura dove operavano grandi maestri come il Perugino, il Pinturicchio e Luca Signorelli, dai quali i ceramisti derutesi hanno tratto ispirazioni iconografiche e gusto pittorico. Oltre cinquanta fornaci erano attive nel Rinascimento e di alcuni artisti rimangono le firme che siglano le opere di maggior pregio; tra essi Nicola Francioli detto “Co”, Giacomo Mancini detto “El Frate” e Francesco Urbini. La produzione di coppe amatorie, piatti da pompa, vasi su alto piede, albarelli e versatori da farmacia costituisce la parte più originale e più importante della maiolica derutese. In essi venivano raffigurati ritratti e stemmi nobiliari, profili femminili, grottesche, scene mitologiche, guerresche e sacre. Le maioliche rinascimentali derutesi acquistarono grande fama nel mondo per l’impiego del lustro metallico a riflessi dorati e rossastri applicato nelle opere di maggior pregio. La prima opera lustrata attribuita a Deruta è una targa a rilievo che raffigura il martirio di San Sebastiano datata 1501 e conservata al Victoria and Albert Museum di Londra. La qualità tecnica e artistica raggiunta dai maestri derutesi ben si compendia nel pavimento maiolicato ritrovato nella Chiesa di San Francesco di Deruta risalente al 1524 ed ora esposto nel museo cittadino.

La produzione seicentesca è caratterizzata da oggetti d’uso quotidiano e stoviglie, lo stile diviene frettoloso e riassuntivo, “compendiario”, con decorazioni a grottesche o “raffaellesche” ricche di creature fantastiche; accanto ad esso compare un nuovo stile decorativo denominato “calligrafico”. Singolare testimonianza di questo periodo è rappresentata dalle oltre settecento targhe ex-voto dedicate alla Madonna dei Bagni murate nella omonima chiesa nei pressi di Deruta. Verso la fine del XVIII secolo la maiolica derutese si avvia ad un progressivo declino e solo dopo l’unità d’Italia ha inizio un generale movimento di interesse verso l’arte della maiolica da parte di artisti e studiosi, tra i quali Francesco Briganti, Angelo Micheletti e Alpinolo Magnini.

Nella seconda metà del Novecento la ceramica di Deruta vive uno sviluppo strabiliante che coinvolge molte botteghe artigiane, costellando di successi e premi vari rappresentanti.

Museo Regionale della Ceramica di Deruta

L’intera storia della ceramica di Deruta è ben descritta dalle oltre seimila opere esibite nel Museo Regionale della Ceramica di Deruta secondo un percorso cronologico dal Medioevo all’Ottocento, senza dimenticare il consistente nucleo di ceramiche contemporanee comprensivo di opere di artisti di fama internazionale, quali Abbozzo, Accardi, Dorazio, Schifano, Turcato e numerosi altri, a riprova della fiorente attività artistica di Deruta nel Novecento.

La sistemazione definitiva disegna un percorso che si sviluppa dal piano terra ai due piani superiori, è introdotto da una sezione didattica e descrive, organizzata in periodi, l’evoluzione della maiolica derutese dalla produzione arcaica a quella del Novecento. Sono salvaguardate alcune aree tematiche, come la ricostruzione di un’antica spezieria, collezioni presentate integralmente, la sezione dei pavimenti in maiolica e quella delle targhe votive. La sezione contemporanea è costituita principalmente da opere provenienti dal Multiplo d’Artista in Maiolica e dal Premio Deruta; la sezione archeologica offre invece un significativo panorama delle principali tipologie di vasellame prodotte in epoca antica e riunisce oggetti di ceramica greca, italiota, etrusca e romana.

Un’imponente torre metallica di quattro livelli, colma di oltre 4500 opere, è la sezione riservata ai depositi, interamente accessibile al pubblico.

Dal 2013 il percorso di visita comprende anche l’area archeologica delle fornaci di San Salvatore; l’indagine archeologica, conclusasi nel 2010, ha messo in luce una sequenza di strutture databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Settecento e ha consentito il recupero di un numero consistente di reperti ceramici.

Oggi un tunnel sotterraneo collega il museo con l’area archeologica e consente un itinerario unico che si snoda dalle antiche fornaci per la cottura della ceramica alle collezioni storiche, fino alle produzioni del Novecento e agli spazi dedicati alle conferenze, alle attività didattiche e di laboratorio e alle mostre temporanee.